Creatrice di visioni, coltivatrice di parole dimenticate, braccia rubate all’agricoltura. Nasce nel pieno di una tempesta estiva incutendo da subito perplessità nei genitori; il padre, sensitivo e inventore, quando la vede la prima volta esclama: “Sembra una stronza”. La madre, australiana e cresciuta correndo scalza tra i campi di tabacco, tuttora è entusiasta che lo sia. Sin da piccola coltiva l’uso della parola e, appollaiata sul ramo di un albero nel giardino della nonna, passa le ore inventando storie e avventure. All’età di nove anni ritiene di avere materiale a sufficienza per una raccolta di novelle e ne comincia la stesura attraverso l’utilizzo di una vecchia macchina da scrivere. Grazie al teatro e all’opera lirica, a quindici anni comprende che da grande vuole fare la scenografa. Da allora progetta e realizza allestimenti per vetrine, fiere, eventi, interior design, pubblicità, shooting fotografici e qualunque spazio affamato di eteriche presenze. Disegna su muri, su carta, su tessuto e su ogni superficie dove possa scorrere il suo tratto nero. Nel Gennaio 2015 la casa editrice Logos decide di pubblicare una monografia dei suoi papercraft più significativi: “PAPER VISIONS”, della quale Elena cura anche i testi. Tra le tante collaborazioni si menzionano Mantù, Borsalino, Zara, LondonArt, Rosato gioielli, Vogue Italia, Salvatore Ferragamo, Fendi, Pandora, Crivelli, Alberta Ferretti.